Dalla Palestina alla Francia, dall’Italia alla Grecia, oltre 2000 persone, armate di sacchi e guanti, hanno preso parte all’iniziativa di volontariato ambientale “Clean Up The Med” sulle spiagge di tutto il Mediterraneo. Obiettivo: ripulirle dai rifiuti e lottare per un mare più pulito. La campagna di sensibilizzazione è stata promossa da Legambiente, Lead Applicant del progetto “COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea” (COMMON).
“Negli anni Clean Up The Med ha coinvolto 21 paesi del Mediterraneo, oltre 1500 località e migliaia di volontari. Anche quest’anno, nonostante le difficoltà, la campagna ha riunito moltissime persone in piena sicurezza anti Covid-19, segno che la lotta per un pianeta più pulito rappresenta una priorità senza confini - commenta Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente - Inoltre, il progetto COMMON ha ulteriormente rafforzato il legame con il sud del Mediterraneo e sta creando una rete di grande valore per progettare interventi di gestione estesi a tutta l’area, al fine di ridurre il problema dei rifiuti in mare anche attraverso modelli di governance comuni”.
Oltre l’80% dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica: primi fra tutti, bottiglie e sacchetti, seguiti da tappi, cannucce e bicchieri. In quasi tutte le spiagge monitorate sono presenti cicche di sigarette, e nel 40% delle spiagge ripulite sono stati ritrovati guanti, mascherine o rifiuti legati alla cattiva gestione dei DPI (in Libia, Spagna, Grecia, Croazia, Libano, Tunisia e Algeria in quantitativo maggiore).
Scheda sintetica sul progetto COMMON.
Approfondimenti:
- COMMON Clean Up The Med campaign: no borders to fight against marine litter.
- COMMON Clean Up The Med 2020, over 2000 participants and 13 tons of waste removed.