Nonostante le differenze nell’approccio e nella messa in atto di soluzioni a problemi ambientali, economici e sociali connessi alla inefficace gestione dei rifiuti organici nel Mediterraneo, la sinergia sull’asse Italia-Libano-Tunisia è salda grazie al progetto “Cleaning Innovative Mediterranean Action: reducing waste to boost economies” (CLIMA). Lo testimonia in un’intervista Giulia Gotelli, communication coordinator del Comune di Sestri Levante (Regione Liguria).
“Sono vivi lo scambio e la collaborazione fra i partner – dice l’esperta referente della municipalità Lead Applicant dell’iniziativa ENI CBC MED – Basti pensare al dispiegamento di tecnologie complesse adottate da Libano e Tunisia per garantire ai propri cittadini la realizzazione, nel rispetto dei tempi, degli impianti di compostaggio 2.0; al contempo è riconosciuta l’attività di advocacy e comunicazione intrapresa da Sestri Levante, una piccola comunità da cui esportare un modello virtuoso che sia da esempio per tutti”.
CLIMA quindi funge da ponte fra le competenze tecniche italiane, libanesi e tunisine, nonostante le differenti difficoltà da affrontare per un futuro zero waste. Ma come è strutturata la collaborazione?
“Il progetto lavora su tre livelli. Istituzionale: vengono sviluppate delle esperienze pilota, finalizzate all'applicazione di nuovi piani di gestione dei rifiuti ed alla valorizzazione della filiera dell’organico, anche attraverso nuove infrastrutture per due comuni in Libano e in Tunisia; a livello comunitario si lavora per avere un impatto sulla consapevolezza dei cittadinanza dei tre territori coinvolti in termini di sostenibilità ambientale e riduzione dei consumi; a livello economico, infine, il progetto offre un contributo finanziario per 12 piccole aziende capaci di proporre modelli di economia circolare, e valorizzare i termini economici materiali di scarto”.
Quali sono e dove sono localizzati i beneficiari finali del vostro progetto?
“Si coinvolgono tutti i livelli della popolazione dei tre paesi partner: Italia, Tunisia e Libano, con focus sui rispettivi tre Comuni: Sestri Levante, Mahdia e Bikfaya, per un totale di 80mila cittadini. Le attività in programma hanno come obiettivo non solo la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio per una migliore gestione del rifiuto organico, ma anche un’azione di sensibilizzazione e rieducazione della cittadinanza nell’ottica futura dell’applicazione di piani di gestione della filiera del rifiuto. Fra i soggetti coinvolti, c’è la società civile, lo staff degli enti target, gli stakeholder attivi sui tre territori”.
Si sono create sinergie anche con altri progetti Standard ENI CBC MED? Se sì, in cosa consistono?
“Sì, grazie al Tunis International Center for Environmental Technologies, si è tenuto recentemente un incontro con i rappresentanti del centro di ricerca Cawtar, partner del progetto InnovAgroWomed, per discutere dei traguardi conseguiti dai rispettivi progetti e capire come poter sviluppare un futuro percorso comune. CITET, inoltre, non è soltanto partner di CLIMA, ma anche del progetto AquaCycle”.
L’iniziativa finanziata da ENI MED è partita da meno di un anno ed ha subito notevoli ritardi a causa della crisi sanitaria Covid -19 e degli eventi che hanno sconvolto il Libano negli ultimi dieci mesi. Ma l’idea è di far leva, alla fine, sui meccanismi dell’economia circolare?
“Vogliamo supportare giovani donne e uomini in una costante ricerca creativa e innovativa che renda i nostri stili di vita più sostenibili, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale. In questo senso, le sovvenzioni per micro-imprese che promuovano modelli di economia circolare potranno essere sicuramente un ottimo incubatore di visioni e di giovani innovatrici e innovatori”.
Scheda sintetica sul progetto.