L’attuale crisi causata dal Covid-19 pone più che mai l’accento sull’importanza della cooperazione e del dialogo internazionale nello sviluppo di soluzioni e alternative per affrontare sfide comuni nel Mediterraneo. Interessanti risposte possono arrivare in tema di economia sociale e solidale, attraverso le azioni del progetto MoreThanAJob – “Reinforcing social and solidarity economy for the unemployed, uneducated and refugees”.
“È ancora più chiaro di prima come lo sviluppo socio-economico delle nostre comunità e l’inclusione dei soggetti più vulnerabili deve essere una priorità in tutti i paesi coinvolti nell’iniziativa ENI CBC MED (Palestina, Giordania, Libano, Italia, Grecia) e nel resto del bacino euro-mediterraneo, già colpito da una crisi sociale ed economica che aveva generato alti tassi di disoccupazione e disuguaglianze sociali – commenta Giulia Tarantino, Project Manager del CESIE - Centro Studi ed Iniziative Europeo con sede a Palermo – MoreThanAJob mira a promuovere lo sviluppo di schemi sociali innovativi basati sulla cooperazione tra attori dell’Economia Sociale e Solidale e la pubblica amministrazione per favorire l’occupazione e la formazione continua di soggetti vulnerabili, come, ad esempio, disoccupati, non scolarizzati, migranti e rifugiati”.
Da dove parte il lavoro?
“Le prime fasi del progetto si concentrano sulla condivisione e l’analisi di buone pratiche di schemi di inclusione socio-lavorativa e il loro adeguamento alle diverse realtà nazionali e locali. Ciò sarà fondamentale per lo sviluppo di un quadro di riferimento e relative linee-guida che possano servire da bussola, anche per altri paesi ed altre realtà, nello sviluppo di iniziative di welfare per l’inclusione socio-lavorativa”.
Come si possono creare le condizioni affinché si sviluppino servizi di welfare sostenibili nel tempo?
“ È un obiettivo ambizioso. L’attuale situazione legata al Covid-19 ha evidenziato come un sistema solido di welfare sia essenziale per tutelare le fasce più deboli, assicurare società più eque e che ciascun cittadino abbia stessi diritti e opportunità. È necessario permettere che anche le nostre società diventino sostenibili e siano in grado di affrontare alcune delle sfide future. Attraverso dei corsi di formazione dedicati alle pubbliche amministrazioni, in particolare, miriamo a rafforzare proprio le capacità nell’erogazione di servizi di welfare per l’inclusione socio-lavorativa”.
Quindi è necessario ripensare gli attuali servizi di welfare?
“Sì, considerando il settore privato come supporto a quello pubblico. La cooperazione tra realtà ed esperienze diverse è sicuramente un valore aggiunto e permetterà di sviluppare servizi più efficaci. In tal senso, stiamo sviluppando una piattaforma online come ulteriore strumento di cooperazione tra i attori dell’Economia Sociale e Solidale e pubbliche amministrazioni, sia a livello locale sia a livello internazionale, laddove possibile. Le nuove sfide emergenti ci hanno portato ad un’ulteriore riflessione su questo strumento e a come possa essere riadattato in modo tale da rispondere alle nuove esigenze. La piattaforma darà modo agli attori registrati, infatti, di presentare i servizi erogati, inclusi quelli che possono essere offerti a distanza e che permettono di raggiungere i soggetti più vulnerabili”.
Quale impatto concreto potrà avere la vostra esperienza ENI CBC MED sul territorio di intervento, in Italia?
“A livello nazionale, il progetto interesserà in particolare la Sicilia, un territorio con un alto tasso di disoccupazione, abbandono scolastico e con una forte presenza di comunità migranti. Attraverso MoreThanAJob, supporteremo gli enti locali e gli attori del terzo settore nel progettare, formulare e realizzare risposte efficaci a queste problematiche. Il coinvolgimento di questi attori nelle diverse fasi del progetto permetterà loro, infatti, di acquisire competenze e strumenti per lo sviluppo di servizi di inclusione socio-lavorativa che possano supportare lo sviluppo socio-economico del territorio. Necessità che è emersa in maniera ancora più forte a seguito dell’emergenza legata al Covid-19, che avrà inevitabilmente delle conseguenze sociali ed economiche anche nel lungo periodo. L’eccezionale situazione che stiamo vivendo ci dà un’ulteriore spinta a ripensare i servizi di welfare, il modo in cui vengono erogati ed il coinvolgimento del terzo settore come valore aggiunto”.
Scheda di approfondimento sul progetto.